La storia
Un cammino che supera le intenzioni e le capacità delle persone che l’hanno intrapreso
Maddalena Grassi
A 19 anni Maddalena scopre di avere una malattia cronica fatale e un bisogno di assistenza in crescita.
Quella di Maddalena è una vita di sofferenza, di intensi rapporti e di grande soddisfazione, che ha lasciato un segno in molti: in particolare nella zia Matilde, a lei molto legata, che ha desiderato che l’esperienza di cura incontrata potesse ripetersi per tutte le persone con un bisogno di salute.
“Matilde vive il suo dolore con la discrezione e la profondità che il temperamento le dettava. Nei mesi carichi della malattia della nipote non le era sfuggito come era stata accudita dagli infermieri e dai medici amici, ravvisando nel loro approccio uno snodo centrale della lotta tra una rassegnazione disperata e una compartecipazione vibrante di una domanda di infinito e di eternità”.
Gli inizi
Fondazione Maddalena Grassi muove i primi passi nell’autunno del 1991, quando un gruppo di 15 persone (medici, infermieri, fisioterapisti, amministratori) si aggregano, scoprendosi accomunate da una stessa visione sulla vita, sul lavoro e sulla cura.
L’incontro con la zia di Maddalena, desiderosa di onorare la memoria della nipote, dà origine alla Fondazione.
L’evoluzione
L’attività di Fondazione si orienta da subito alla gestione del malato complesso.
La gestione richiede un approccio integrato per sviluppare percorsi assistenziali e riabilitativi personalizzati che prevedano sempre di più il coinvolgimento del paziente e della sua famiglia.
«L’è campà cume un pirla, l’è mòrt cume un re. Grazie».
Ricordo l’incontro avuto con il papà milanese di un ragazzo morto giovane in una delle nostre case dopo una vita dissennata; scendeva le scale lasciando la camera in cui il figlio era appena spirato e abbracciandomi mi disse: “L’è campà cume un pirla, l’è mòrt cume un re. Grazie”»
Avvenimenti Fondamentali
Cinque avvenimenti su cui si è sviluppata e continua a svilupparsi la Fondazione Maddalena Grassi
Amicizia e conoscenza
L’intuizione della casa come il luogo più appropriato per la cura
La necessità di piegarsi alla circostanza
Il rapporto di stima, sostegno e affetto
La possibilità di vivere con speranza
2024
In seguito alla riforma di Regione Lombardia il servizio viene ridenominato Cure Domiciliari (C-Dom)
2023
• Inaugurazione cappella e sala polifunzionale a Seveso
• La casa di Seveso compie 30 anni
2021
• Restauro e inaugurazione di due nuovi appartamenti a Seveso
• Inaugurazione cappella a Vigevano
2020
• Apertura di due nuovi appartamenti in cohousing a Seveso
• Strutturazione di un servizio per la formazione permanente
• Assistenza Domiciliare Integrata per persone malate di Covid (ADICOVID) come risposta alla pandemia virologica di Sars-Cov 2
2019
• Apertura di 3 appartamenti in cohousing a Concorezzo
• Avvio di un dottorato in scienze neurologiche con l’Università di Pavia
2018
Avvio della collaborazione con il Consultorio La Famiglia
2016
Pubblicazione del libro e produzione del documentario “La casa, la cura” per i 25 anni di attività
2015
Costruzione di una nuova ala del centro Polifunzionale di Vigevano con la realizzazione di una seconda Comunità Protetta psichiatrica
2013
Ristrutturazione e ampliamento della Casa di Accoglienza di Seveso con la costruzione di due unità abitative in cohousing
2011
Apertura di una seconda comunità nella struttura di Concorezzo
2009
Avvio dell’attività di assistenza domiciliare ai minori gravemente disabili
2008
Affiancamento alla Cooperativa Esserci nella conduzione della Casa Alloggio HIV di Concorezzo
Riconoscimento del Comune di Milano (“Ambrogino d’oro”)
2007
Avvio della collaborazione con Fondazione As.Fra. per la cura dei malati psichiatrici
2006
L’attività formativa ottiene la certificazione di qualità ISO 9001 e l’accreditamento come provider ECM
2005
Primo paziente accolto nella Comunità Protetta Psichiatrica nella RSD di Vigevano
2004
ADI nei comuni di Assago, Buccinasco, Cesano Boccone, Corsico, Cusago, Trezzano sul Naviglio, Desio e Seregno
2003
Riconoscimento nazionale
2002
Prima pietra del centro polifunzionale di Vigevano in villa Rondo per patologie neurologiche degenerative e psichiatriche, con ambulatori polispecialistici
2000
Ingresso nel Dipartimento Oncologico dell’Ospedale Luigi Sacco
1995
Ambrogina Sormani e Aldo Rondo lasciano in eredità a Fondazione la loro villa a Vigevano
1994
Ricovero del primo paziente nella Casa di Accoglienza HIV di Seveso
1993
Ha inizio l’assistenza domiciliare integrata (ADI)
1992
Riconoscimento da parte di Regione Lombardia
1991
È costituita la Fondazione e inizia l'assistenza domiciliare